Una delle foto scattate dai due astronauti durante le successive 2 ore e 31 minuti, spese sulla superficie lunare, viene ripresa da Giusy Fazio in una delle esercitazioni proposte nell’ anno accademico 2011/2012 dalla professoressa Cecilia Polidori, docente del corso di Design industriale.
Nella foto, denominata "Lo sbarco del Design", vengono inseriti dall' autrice alcuni oggetti di design ricreati dagli studenti per la seconda esercitazione del suddetto corso quali:
-La "RED AND BLUE CHAIR", disegnata da Gerrit Thomas Rietveld nel 1918, che rappresenta uno dei primi esperimenti di applicazione dello stile del movimento De Stijl in tre dimensioni. La sedia è quindi l’esemplificazione della ricerca di funzionalità e di trasparenza, ma anche della positività trasmessa dai colori primari e dall’ insieme di linee geometriche che compongono il risultato finale.
“La sedia fu costruita con lo scopo di dimostrare che con semplici pezzi lavorati a macchina era possibile fare qualcosa di bello, una creazione spaziale“
G. T. Rietveld
La poltrona sembra infatti il telaio di una qualunque seduta, ridotta all’osso e alla sua prima spinta creatrice.
Nella foto sono inserite due differenti versioni dell' oggetto, entrambe rielaborate e ricreate dagli studenti del corso : l' originale, in rosso e blu ( R. Russo , F. Leto) , visibile al centro della foto tra le braccia di Neil Armstrong, ed una versione interamente in legno sullo sfondo a destra (G. Ferrante , F. Cacciola)
- La "BERLIN CHAIR", realizzata dello stesso Rietveld appositamente per la sua sala espositiva a Berlino (da cui prende il nome) nel 1923. In quest' opera, Rietveld, con l' aggiunta di due nuovi elementi progettuali (asimmetria e costruzione con superfici), si pone l' obiettivo di creare una struttura spazialmente aperta, applicandovi inoltre un design speculare. La differenza tra la "Berlin chair" e la "Red and blue chair" risiede appunto nell' asimmetria e la predominanza dei piani rispetto alle linee della seconda seduta.
L' immagine elaborata da Giusy Fazio diventa quindi un mezzo per l' autrice di realizzare una propria versione di quello che è uno dei momenti più importanti della storia dell' uomo,di lasciare quindi il proprio "segno sulla luna", del resto chi non vorrebbe farlo...
Alessio Castellino
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