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cui ne deriva il nome. Egli esprime il suo stile nella modulazione geometrica dello spazio ottenuta per mezzo della scansione dei piani, sui quali agisce il peso diverso dei colori fondamentali. E' questo ciò che egli sintetizza con la progettazione di questa seduta. http://tricchetetracchete.wordpress.com/2012/08/22/berlin-chair-rietveld/ riprodotta in modelli da altri allievi, (tra alcuni esempi quella di Vanessa Giurlanda allieva del corso di design -twice design- es. http://ceciliapolidoritwicedesign.blogspot.it/2012/01/berlinchair-1923-intornoal-1923.html , e l'altra spempre la Berlin chair nella versione interamente bianca, riprodotta in modelli da allievi, tagliando, verniciando e assemblando diverse parti di compensato. (esempio, di Giuseppe Santoro allievo del corso di design -twice design- es.http://ceciliapolidoritwicedesign.blogspot.it/2012/03/white-berlin-chair-la-berlin-chair.html ) Ricordando sempre le parole di Bruno Munari "Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch'io, vuol dire che lo sa rifare altrimenti lo avrebbe già fatto prima".
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